Ha tolto le cuffie e lunedì scorso, per la prima volta, ha ascoltato la musica in classe, assieme ai compagni della scuola media “Massimiliano Guerri” di Reggello. Lieto fine per la vicenda della quindicenne musulmana costretta dal padre, un muratore marocchino, a tapparsi le orecchie con le cuffie durante la lezione pratica di educazione musicale. Materia che, secondo un’interpretazione rigida (e minoritaria) sarebbe vietata da Maometto.
Decisivo nella risoluzione del caso, sollevato dalla stampa e rinfocolato da una raffica di reazioni politiche, è stato l’intervento dell’ufficio scolastico regionale. "Non eravamo stati informati del problema — spiega il direttore vicario Ernesto Pellecchia — lo abbiamo appreso dai giornali e abbiamo disposto subito un accertamento ispettivo. Un nostro funzionario ha incontrato la dirigente scolastica, i docenti e la famiglia della ragazza, coinvolgendoli in modo forte e deciso. Il padre della quindicenne ha abbandonato le sue posizioni intransigenti, dimostrandosi disponibile. Era molto sorpreso e forse un po’ contrariato dall’enorme rilievo mediatico dato alla notizia, non riusciva a comprendere come mai ci fosse stata addirittura un’interrogazione di Rutelli al ministro dell’istruzione".
Crede che siano state le richieste della Lega, di togliere a lui e alla sua famiglia permesso di soggiorno e casa popolare, a fargli assumere una posizione più moderata sull’ascolto della musica? "Non posso saperlo, ciò che conta adesso è che lunedì scorso la ragazza è stata finalmente libera di togliere le cuffie e ascoltare la lezione di musica come tutti i suoi compagni. Alcuni alunni l’hanno abbracciata, manifestandole affetto e solidarietà, evidentemente in quella classe c’era una situazione di disagio, finalmente è stato ripristinato un clima di serenità. Ma continueremo a seguire la vicenda, anche perché è stata disposta una procedura di valutazione interna per capire come mai il caso non ci fosse stato segnalato".
In altre parole avete avviato un’indagine conoscitiva? "Non proprio, comunque ritengo doverosa una ricostruzione attenta dei fatti; sarà oggetto di valutazione interna il motivo per cui non siamo stati avvertiti prima che il problema esplodesse".
In realtà il caso dell’“alunna con le cuffie” a Reggello non è nuovo, la dirigente scolastica Wilma Natali si era già attivata per evitare che il padre intransigente impedisse alla figlia di frequentare le lezioni nel giorno di musica, col rischio di una bocciatura, com’è successo l’anno scorso.
Una “battaglia” che la dirigente ha sostenuto assieme al sindaco Sergio Benedetti, che un anno fa ha denunciato il muratore marocchino per evasione dell’obbligo scolastico e nei giorni scorsi ha replicato ai leghisti che gli chiedevano di togliere l’alloggio alla famiglia magrebina: "Si preoccupano di difendere il diritto alla musica e poi vogliono mettere la bambina sulla strada negandole un tetto e rimandandola nel suo paese".
Ma questa ormai è una vecchia storia: da lunedì scorso, alla media Guerri, la musica è cambiata.
Fonte: La Nazione
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